L’Oriente d’Occidente II

Ne “Il mondo come volontà e rappresentazione” Schopenhauer mostra quanto l’assunto della Chandogya Upanisad-tat tvam asi-l’avesse colpito. Questa espressione diviene rivelatrice della più intima natura del soggetto, al di là di illusorie prospettive che disegnano partizioni. E’ interessante come l’Occidente abbia cercato, e continui a farlo, il recupero dell’alterità nella costruzione del soggetto anche consultando la saggezza d’Oriente. Intendo dire che fra i motivi di quel fascino dall’India esercitato sull’Europa troviamo l’esigenza di riscrivere i contorni del soggetto, non più una frustrante esperienza di separazione-l’io e l’altro, morale e immorale, pensiero ed estensione- ma intreccio di differenze.

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